Lecce: Chiesa di San Matteo

VISITA A VICO EQUENSE, PAESE DEL BUON VIVERE

Pittoresco paese ai piedi del Monte Faito, cima piu' alta dei Monti Lattari, Vico Equense si trova su un promontorio roccioso a picco sul mare che si affaccia sul meraviglioso golfo di Napoli

Pittoresco paese ai piedi del Monte Faito, cima piu' alta dei Monti Lattari, Vico Equense si trova su un promontorio roccioso a picco sul mare che si affaccia sul meraviglioso golfo di Napoli. Borgo del buon vivere che appaga tutti i sensi: viste da panoramici belvedere, latticini freschi di qualita', provolone del Monaco dop, liquori di agrumi, vini doc e olio d'oliva appagano il palato; terrecotte e ceramiche artistiche, oggetti in legno, metallo, ricami raccontano una tradizione manuale lunga secoli; i profumi e i rumori che alternano il salmastro del mare e la freschezza del Monte Faito. Il paesaggio e' molto vario, caratterizzato da declivi dolci e ricco di vegetazione e il territorio di e' suddiviso in tredici casali: Arola, Bonea, Fornacella, Marina di Equa, Massaquano, Moiano, Montechiaro, Pacognano, Prezzano, Santa Maria del Castello, Sant'Andrea, Scrajo, Seiano, Ticciano, Villaggio Monte Faito. Una passeggiata lungo le strade di Vico e' sufficinente per attraversare la sua storia, camminando per i vicolim guardando i palazzim ammirando il suo castello angioino, visitando il borgo e le suo chiese. Il territorio di Vico Equense e' un'area che ha ospitato nuclei abitati fin dalle epoche piu' remote: sono, infatti, emerse testimonianze etrusche. Secondo i documenti storici il primo insediamento di Vico si e' insediata sul mare dove sorse un borgo detto Taurabola, poi trasformato in epoca romana, in Aequana. Le continue razzie a cui fu sottoposta nel corso dei secoli determinarono il trasferimento di famiglie e attivita' produttive verso i villaggi montani. Nel XIII secolo, sotto il dominio angioino, Vico Equense raggiunse il suo massimo splendore come testimoniano le costruzioni, in quel periodo, di ville, strade e del castello; con Carlo II d'Angio divenne sede vescovile, titolo che mantenne fino al 1818. Agli Angioini subentrarono poi gli Aragonesi e nel 1461 Vico divenne feudo e fu venduto piu' volte. Durante il regno dei Borbone, fu privata della sede vescovile e la sua tranquillita' fu minata da alcune epidemie di colera e da un violento terremoto. Oggi il nome di Vico Equense porta in tutto il mondo un pezzo della Penisola Sorrentina e, ogni anno richiama visitatori e turisti che l'affollano in occasione della festa di San Ciro e di Santa Maria del Toro. Il buon mangiare viene invece celebrato con la manifestazioni dedicate alla castagna, al riavulillo, ai sapori del latte; il folklore locale trova invece in suo palcoscenico alla Sfilata delle 'Pacchianelle'.
09/02/2006 19:19

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Fonte: "Ansa.it" del 09/02/2006.

 

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