Lecce: Chiesa di San Matteo

Dai Laghi Alimini ai bacini di Torre Chianca

Dai Laghi Alimini ai bacini di Torre Chianca, un viaggio in una terra avvolta nel mistero e baciata dalla fortuna. Dove il buon pesce attira i buongustai di tutt’Italia, vip compresi
di Elio Paiano

 

Laghi AliminiTra leggende e storia i luoghi e i sapori della “costa dell’Est”

Il mare d’inverno ha un suo fascino speciale, ci sono luoghi in cui la natura si è divertita a creare situazioni così varie che il solo attraversamento di una strada equivale ad un vero e proprio viaggio. E’ il caso della statale 611, il cui freddo nome non dice nulla ma che nella realtà corrisponde alla litoranea che da Alimini giunge alle marine di Melendugno per poi portare a San Cataldo ed al bacino dell’Idume. Ed è proprio da qui – dove terminava la “Regia dogana della mena delle pecore” – che inizia il nostro viaggio.
Da Torre Specchiolla si proseguiva, per Torre Rinalda, il bacino da Acquatina, Torre Chianca, Torre Veneri per giungere a Frigole. Ancora oggi, questi sono i piccoli insediamenti del tratto di costa che va da Casalabate a San Cataldo.

Torre Chianca - Foce dell'IdumeE’ una zona in cui (tranne i tratti conquistati dalla selvaggia voglia di case al mare) la macchia mediterranea la fa da padrona. Qui i campi – irrigati da sorgenti sotterranee che formano il bacino dell’Idume – sono fertilissimi. L’Idume è bellissimo da vedere perché è un fiume vero, con una portata generosa, e sfocia presso Torre Chianca. Qui, le acque fredde ed ossigenate dalle sorgenti d’acqua dolce, rendono il bagno estremamente salutare.
IdumeL’abbondanza di vigneti, piccole pinete e soprattutto pascoli fece sì che, in passato, i tratturi della transumanza dei pastori abruzzesi avessero proprio questo luogo come ultima destinazione. Nella prima metà dell’Ottocento, una strada carrozzabile collegò Lecce alla marina, poi un trenino (una delle prime ferrovie elettriche del Sud) permetteva di raggiungere il mare in soli trenta minuti. La zona rinacque, sulla scia della Belle époque e dei bagni al mare, come località balneare. In questi luoghi – narra Pausania – l’Imperatore Adriano, nel II secolo, costruì un porto. Si riferisce a San Cataldo dove – tra la pineta ed il faro – si snoda la spiaggia in cui sono ancora oggi visibili i resti del molo. Basta fare una piccola deviazione e da qui si giunge facilmente ad Acaya, la cittadella fortificata. Se si prosegue, invece, la magnifica strada tra la pineta porta all’oasi naturalistica delle Cesine , l’oasi di protezione inclusa nell’elenco delle Zone umide di importanza internazionale secondo la Convenzione di Ramsar. L’accesso è consentito solo per visite guidate didattiche gestite dal Wwf (ci si può rivolgere alla Coop. L’Oasi di Vernole, tel. 0832-892264).
Si prosegue per Torre Specchia Ruggeri dove la costa diventa sinuosa e mostra calette con piccole spiagge ed isolotti ricchi di ricci. E’ luogo di sosta per i numerosi pesci “da passo” paradiso dei pescatori che qui – tra le alghe delle calette – vengono a catturare l’esca preferita dal sarago. Poco oltre c’è San Foca, che prende il nome dalla Torre. Qui c’è anche la piccola cappella settecentesca con gli altari dei SS. Pietro ed Andrea Foca. E’ una costa stupenda in cui, nel tratto di scogliera tra la spiaggia degli Aranci e quella dei Brigantini troviamo la Grotta degli Amanti o dell’Amore. Qui due giovani innamorati si rifugiarono per ripararsi dal freddo vento di tramontana; all’interno, parlando d’amore non si accorsero che il mare si stava ingrossando e che la marea saliva, così morirono teneramente abbracciati. Da allora – narra la leggenda -, in primavera si sentono ancora i sospiri e le frasi d’amore dei due giovani.

Torre di RocaSubito dopo appare Roca Vecchia, si tratta di un tratto di costa stupendo dove l’incanto dei luoghi si somma al fascino della storia. Quello che oggi appare come un piccolo villaggio di pescatori era, anticamente, una fiorente città messapica. Tra ruderi, per metà conquistati dal mare, la rocca fatta erigere da Gualtieri VI di Brienne agli inizi del 300, che passò ai d’Enghen (che ne rafforzarono le difese) e poi agli Scisciò di origine palermitana, fino al tragico assedio turco del 1480. Proprio qui Alfonso d’Aragona assieme ad Anton Giulio Acquaviva ed al duca di Melfi posero le tende per la riconquista di Otranto.

Torre dell'OrsoTorre dell’Orso ci viene incontro con le sue ampie insenature, le spiagge, le dune e la pineta sovrastate dalla torre che le domina da Nord. Tra la roccia calcarea si aprono numerose piccole grotte un tempo rifugio sia di anacoreti che di pescatori, ma a fare da contrappunto alla torre eretta dall’uomo, due splendidi faraglioni, poco distanti dal mare, che appaiono, uniti e vicini come sono, simili a due sorelle, anche qui una leggenda ne narra l’origine.
La costa, proseguendo verso Sud, s’innalza leggermente, offrendo un gioco di piccole insenature, la più grande delle quali è Sant’Andrea, anch’essa dominata dalla torre omonima e dal piccolo faro, appare come il piccolo villaggio di pescatori, essa segna il confine con il territorio di Otranto. Da qui notevoli sono i faraglioni e le calette come la Specchiulla che ci portano a Frassanito, con la costa che ritorna bassa e sabbiosa dove la pineta e la macchia mediterranea si arrampicano fin sulle dune. Qui è d’obbligo una sosta ristoratrice da Umberto. E’ uno dei più celebri ed antichi ristoranti del Salento. Qui venivano a cenare, negli anni ’70-’80 personaggi quali Guido Carli (presidente della Banca d’Italia e Romano Prodi allora presidente dell’Iri).
Torre Fiumicino, conosciuta come “la Turre”, segna l’inizio della spiaggia di Alimini , alle spalle si estendono i due laghi. E’ una delle zone umide con la più grande biodiversità d’Italia. La si può esplorare in lungo ed in largo, visitare attraverso i percorsi, oppure ammirare dalle torrette d’osservazione. Se si vogliono assaggiare dei piatti tradizionali si può andare da Bartolo al Contadino, uno dei primi agriturismo del Salento. Oppure, per un’escursione a cavallo, da Lucio sulla strada interna che porta al lago grande. Un tempo, il lago grande apparteneva alla Mensa Vescovile di Otranto che ne curava l’acquacoltura. Ancora oggi, il pesce d’Alimini è celebre per essere sempre fresco e saporito, soprattutto d’inverno.

Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 10 febbraio 2006.
Autore: Elio Paiano

 

Ilsonline - Scuola di Italiano per Stranieri ad Otranto
La scuola d'italiano per stranieri ILSONLINE è la migliore soluzione in Italia per una vacanza studio in Italia

Ilsonline - Scuola di Italiano per Stranieri ad Otranto

 
 
©2005 - Otranto.biz
News sul turismo in Italia Vivai Bortone Elisa di Rivombrosa