Lecce: Chiesa di San Matteo

Nel cuore del Mediterraneo il Salento è sempre stato al centro di mille avventure

Strade da vivere: sogno e leggenda sulle rotte delle isole e degli antichi pirati
di Elio Paiano

 

L’isola di Sant’Andrea a Gallipoli

Il Salento è nel cuore del Mediterraneo, il mare tra le terre della leggenda, del sogno, della storia. I venti segnano rotte definite come le strade terrestri, da e per l’Oriente e la Grecia, sono strade d’acqua sulle quali da sempre viaggia la vita e la cultura. Molte di queste navigazioni sono state descritte, oppure immaginate e spesso tracciate sulle antiche carte del Mediterraneo.
Un itinerario alla scoperta di questi luoghi ci porta nel cuore della civiltà classica, nella Magna Grecia, nell’epopea romana, in quella dei crociati, oppure verso la lunga avventura dei pirati. Così Tucidide (Storie) narra di Demostene che da Kerkyra navigò fino al Capo Japigio e da qui per le isole Che radi fino a Taranto.
Le misteriose isole della Japigia su cui in tanti hanno effettuato studi e ricerche. Il cerchio si stringe, oggi, su diverse ipotesi: l’isola di Sant’Andrea a Gallipoli, l’isola grande a Porto Cesareo e le isole di San Pietro e San Paolo a Taranto.

Porto CesareoE’ una rotta meravigliosa da seguire, con l’isola di Gallipoli dominata dal Faro che proietta la sua ombra nel tramonto infuocato davanti a Gallipoli; la splendida isola grande che risplende nei fondali sub tropicali della riserva marina di Porto Cesareo e poi le due isole che chiudono la darsena del porto di Taranto. Queste ultime erano anche conosciute come Elettridi, in onore di Elettra, la figlia del dio Poseidone, oppure per via dell’elettro, la preziosa ambra prodotta dai suoi alberi. Secondo la leggenda (De Admirandis auscultationibus) proprio qui Dedalo – si rifugiò lasciando a memoria le due statue di Icaro e Fetente. Napoleone, invece, edificò sull’isola di San Paolo il Forte de Laclos, dal nome del generale d’Artiglieria Choderlos de Laclos il cui mausoleo è ancora presente sull’isola.

Otranto - AliminiDai Greci ai Romani per rileggere il racconto di Cicerone che parte da Durazzo e trova a Brindisi la sua “piccola Tullia, proprio nel giorno del suo compleanno”. Sempre Cicerone viaggiò da Leucade ad Azio, da qui a Kerkyra, poi Cassopo e Otranto. Il grande oratore progetta un viaggio-fuga per la Grecia e sceglie Otranto perché occorrono solo cinque ore di traversata. Cesare fronteggia Pompeo (de bello civili). Strabone (Geografia) consiglia dalla Grecia Saseno e poi Otranto. Plinio il vecchio (Storia Naturale) da Otranto ad Apollonia. Nell’itinerarium provinciarum si consiglia da Brindisi a Durazzo o da Brindisi ad Otranto, da qui a Valona, in quello marittimo di Antonino Augusto da Saseno ad Otranto, da Otranto a Leuca, da Leuca a Crotone, oppure da Otranto a Valona o a Cassopo. Insomma, rotte tracciate e consigliate per attraversare il Canale d’Otranto, che indicano porti sicuri in cui trovare accoglienza e rifornimento. Brindisi, che ancora mostra la casa di Virgilio, il grande poeta che immaginò a Porto Badisco l’approdo di Enea: “… il porto già più vicino s’allarga, e il tempio di Minerva appare sopra un’altura”.

Il faro di LeucaMa anche Leuca, al termine del promontorio japigio dove in passato si offrivano sacrifici alla Dea Minerva. Sono luoghi di un fascino irresistibile, dove potrebbe, ancora oggi, apparire all’improvviso una splendente trireme. Nel medioevo, l’Itinerario Burdigalense consiglia da Valona ad Otranto, dove ad un miglio dal porto vi è la stazione di pernottamento. Il terribile Canale d’Otranto con il suo mare pronto a sorprendere le navi ed i pirati turchi sempre in agguato, come Bek Kerosit, feroce e velocissimo nelle sue razzie o il potentissimo Dragut. Ancora si ricorda a Torre Pali, la sua tremenda razzia, un condottiero così abile da diventare il sovrano di Algeria e Cipro. Anche un avventuriero come Casanova – che da Corfù viene ad Otranto per noleggiare alcune compagnie teatrali – dovette fare i conti con i pirati. E’ un viaggio meraviglioso quello che attende il visitatore: può bagnarsi nelle acque sulfuree o sdraiarsi tra spiagge, cale, calette, fiordi, nuotare tra i riflessi smeraldini delle grotte o sfidare il vento di tramontana con le vele, ma soprattutto, questa terra è in grado di regalargli un insieme di sapori, profumi, visioni e storie che porterà con sé per sempre.

 

Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 16 giugno 2006.
Autore: Elio Paiano

 

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