Strade da vivere - Nel cuore delle Murge tra Costernino e Martina Franca: lungo il sentiero degli asini della Valle d’Itria
di Elio Paiano
Nel cuore delle Murge tra Costernino e Martina Franca
Una delle strade poco frequentate (ingiustamente) dai principali flussi turistici è quella che collega Cisternino a Martina Franca, in piena Valle d’Itria, e da qui porta a Grottaglie. Un vero e proprio percorso da scoprire con tante sorprese. Innanzitutto lo scenario dei trulli che non vi abbandonerà facilmente. In questo periodo, infatti, in ogni trullo c’è almeno un mandorlo fiorito (gelo permettendo ) che vi farà vivere l’emozione dei cronisti medievali che tanto ammirarono i cavalli murgesi e gli alberi in fiore di questa terra.
Se si parte all’ora di pranzo è meglio fermarsi subito a Cisternino, al ristorante “L’Aia del vento”, poi la strada vi farà attraversare una delle campagne più belle di Puglia dove si alternano i tratti coltivati alle essenze storiche quali quelle della macchia mediterranea, i querceti, i fragni solitari. Un tempo qui c’erano centinaia di tratturi ed un eroe permetteva agli uomini di viaggiare lentamente ma a basso costo: l’asinello martinese.
Importato qui dai Catalani, nel periodo della dominazione spagnola, è chiamato “morello” per via del mantello scuro (ma l’addome, il muso e l’interno coscia sono grigi). Un animale insieme così parco, robusto, elegante che si rivelò il più prezioso alleato delle brigate alpine italiane. Ne incontrerete diversi per le campagne, tutti tenuti benissimo, ma se volete ammirare uno dei più celebri allevamenti al mondo dovete dirigervi a Masseria Russoli. Qui c’è l’allevamento gestito dal Corpo Forestale dello Stato (occorre prenotare chiamando il n. 080 430 64 71).
Ma non si viaggiava solo a dorso di mulo qui, ci sono ancora gli splendidi cavalli murgesi da scoprire. Pare siano nati nel XV secolo dall’incrocio di razze berbere, spagnole, napoletane ed arabe. I pascoli martinesi li fanno venir sù con una forza straordinaria, tanto da divenire il vanto dei duchi di Martina. Come per l’asinello di Martina, anche il cavallo murgese è allevato a cura del Corpo forestale, presso la masseria Galeone (occorre sempre prenotare ). Ora, sognando di essere su di una carrozza, trainata dai murgesi c’inerpichiamo verso Martina Franca, si tratta di una bella galoppata che ci porterà a 431 metri sul livello del mare.
Beh, qui si può anche decidere di dormire, magari a Villa San Martino (sulla strada per Taranto). Proseguendo si può entrare nell’incantevole centro storico martinese. Qui c’è un barocco che è diverso da quello leccese, meno spettacolare, forse, ma ugualmente affascinante nella sua eleganza infinita. Vi sorprenderanno le elegantissime balconate, i sorprendenti vicoli, i maestosi palazzi signorili. Un consiglio di viaggio: magari rileggete gli scritti di Cesare Brandi, a Martina, lo storico dell’arte dedica delle vere e proprie liriche. Certo, come si fa a non incantarsi davanti alla Colleggiata dedicata al Santo Patrono. La basilica di San Martino domina Piazza Plebiscito creando una prospettiva singolare, tipica del barocco europeo, perché così la volle, nel XVIII secolo, l’architetto milanese Giovanni Mariani. Passeggiando s’incontra pure il Palazzo ducale edificato nella seconda metà del XVII secolo, per volontà di Petracone V Caracciolo al posto dell’antico castello degli Orsini. Oggi è sede del Municipio, dalla piazza, guaedando in alto dalle finestre aperte, resterete ammaliati dagli splendidi soffitti affrescati di Domenico Carella.
Beh, è ora di andare verso le Murge, per incontrare una delle riserve regionali pugliesi: il Bosco delle Pianelle. E’ al centro del triangolo Massafra, Crispiano e Martina Franca, sulla corrispondente scarpata delle Murge. Qui, in questo periodo, c’è una regina incontrastata da ammirare senza disturbare: l’upupa. I suoi voli acrobatici, la sua splendida livrea farà la gioia di chiunque sia disposto ad osservarla in assoluto silenzio.
Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 10 marzo 2006.
Autore: Elio Paiano