Lecce: Chiesa di San Matteo

Di chiesa in chiesa tra canti, preghiere e pietanze tipiche

Strade da vivere: di chiesa in chiesa tra canti, preghiere e pietanze tipiche
di Elio Paiano

 

Chiesa Matrice di SternatiaLe festività di Pasqua sono una delle occasioni migliori per visitare i luoghi sacri in cui si svolgono i riti. Basti pensare, ad esempio, ai magnifici addobbi che vi si possono trovare, tutti incentrati sul significato simbolico della Passione, Morte e Resurrezione. Uno dei più suggestivi da osservare è quello che prevede la messa a dimora dei semi di lupini, grano, ceci, mais, orzo, perché germoglino al buio, per poi essere portati nelle chiese per l’allestimento dei Santi Sepolcri che, durante la serata e la nottata, tutte le famiglie si recano a visitare. Tradizione vuole che, durante questo rito di mestizia, le persone che si incontrano non si scambino saluti. Molti fedeli dopo la visita dei Santi Sepolcri si recano ad ascoltare i canti della Passione. Una visita alla splendida chiesa Matrice di Sternatia, ad esempio, permette di osservarne la superba torre campanaria (alta 45 metri) che svetta nell’impianto barocco. Barocchi sono anche gli altari in cui – tra i fiori di pietra – s’insinuano i germogli bianchi preparati dalle donne del paese. Questo edificio fu ultimato nel 1779, ma nella originaria chiesa bizantina resta ancora l’immagine in pietra scolpita, di Gesù.

Una CaremmaQui nelle corti – le ”avleddhe” in griko – fanno capolino le Caremme e risuonano i canti della passione in griko. E’ interessante, proprio per questo motivo, girare per i borghi della Grecìa tra Sternatia, Zollino, Calmiera, Soleto per vederle fare capolino tra finestre e case a corte. Ma i canti ed i riti della passione ci conducono anche sullo Ionio, a Gallipoli, dove la Cattedrale e la chiesa della Purità conservano i segni di un’antica devozione. Il punto nevralgico della processione gallipolina, infatti, è proprio la Cattedrale.

Cattedrale di Gallipoli - AltareQui la facciata barocca (del XVII secolo) intrecciata nel carparo locale invita ad entrare nelle tre navate, divise da due file di colonne anch’esse in carparo, eleganti, solenne ed austere. Illuminata a giorno, permette di osservare come non mai il fasto degli interni, gli intarsi lignei, i 700 metri quadri di dipinti di Giovan Domenico Catalano e Giovanni Andrea Coppola, solo per citarne alcuni.

Chiesa della Madonna della PuritàNel cuore della notte, dalla Purità, invece, partono le processioni più intime, quelle legate alle confraternite. Ebbene, qui l’atmosfera più raccolta, l’illuminazione soffusa, permette di osservare al meglio la splendida quadreria. La Chiesa della Madonna della Purità (1662-1665), infatti, conserva i preziosi dipinti di Liborio Riccio. Un’altra tradizione ci suggerisce di visitare Cutrofiano. Qui, infatti, si conserva la versione “latina” dei canti della passione “Lu Santu Lazzaru” ed una tradizione culinaria: “la cuddrura” (alcuni scrivono anche cuddura o cuddhura).

CuddruraA Cutrofiano, infatti, ci si scambia ancora queste uova impastate in un pane biscotto che testimoniano un antico rito di rinascita e si canta la nenia de “Lu Santu Lazzaru”. E’ l’occasione giusta per rivedere la Chiesa Matrice, intitolata alla Madonna della Neve, che risale alla fine del secolo scorso, ma ha origini medievali. Al suo interno, gli altari barocchi sono, anche qui, un trionfo di germogli di grano bianchi. Ma basta spostarsi un po’ per riguardare anche la stupenda chiesa ottagonale dedicata all’Immacolata (1764- 1772) con le sculture che ne ornano la parte superiore della facciata.

 

Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 7 aprile 2006.
Autore: Elio Paiano

 

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