Lecce: Chiesa di San Matteo

Di faro in faro le meraviglie targate Salento

Strade da vivere: il viaggio. Tanti luoghi da visitare sulla costa, da Taranto a Brindisi
di Elio Paiano

 

Le pile del reIl Salento possiede così tanti chilometri di costa che in ogni luogo è possibile incontrare scorci meravigliosi, angoli incredibili, visioni uniche.
Basta scendere un po’ più a Sud di Taranto, ad esempio, per incontrare San Pietro in Bevagna, la sua meravigliosa torre e prendere confidenza con la leggenda dello sbarco di San Pietro in Italia. Un intreccio di navigazioni e miti che ci porta, addirittura all’antico mestiere dei “serpari” che da qui partivano su di un bastimento dalle vele rosse alla volta dell’isola di Malta su cui prendere la “polvere miracolosa” in grado di disinfestare i luoghi dai serpenti. Poco oltre, allineate con la foce del fiume Chiaro, troviamo le “pile del re”. Si tratta del più grande giacimento di sarcofagi di epoca greca di tutto il Mediterraneo. E’ qui che affondarono, infatti, le grandi navi in procinto di portarli a Taranto. Ma più a Sud, nella meravigliosa costa di Porto Cesareo, s’incontrarono le isole in grado di far rivivere le antiche rotte dei Greci che qui giunsero per cercare Artas “il principe dei Messapi che ci fornirà i lanciatori di giavellotto”.

Baia di UluzzoNei fondali subtropicali si celano numerosi segreti. Uno di questi fu svelato negli anni ’90 dal Prof. Ferdinando Boero dell’Università di Lecce: l’esistenza di una medusa “eterna”, la Boeromedusa Auricogonia, che invece di invecchiare e morire, riorganizza le proprie cellule e ridiventa giovane. Nell’incredibile tour veloce nelle coste del Salento non può mancare un tuffo verso Porto Selvaggio. I sentieri tagliano il bosco del parco, si tuffano nella scogliera che circonda la Baia di Uluzzo. Qui ci sono le stazioni neolitiche con manufatti in pietra e resti di grandi mammiferi (rinoceronti, cervidi, bovidi, equidi) di così grande importanza da dare il nome al cosiddetto periodo “uluzziano”. L’isola di Sant’Andrea di Gallipoli narra dell’oro gallipolino separato dalla pasta d’olive a furia di fiscoli e muscoli nei frantoi ipogei che –una volta imbarcato- raggiungeva i porti del Mediterraneo ed illuminava persino le vie di Londra.

Il CioloUn salto ad Ugento per incontrare le sue secche. Uno dei luoghi più pericolosi ed affascinanti di questo tratto dello Ionio.
Una trireme romana testimonia l’antico timore riportato nelle cronache nell’attraversare questo mare. A volo d’uccello si raggiunge facilmente Leuca con le sue grotte incantevoli, il faro e poi il Ciolo, Funnuvoiere, Tricase porto dove fu ambientata la “location” de “il giardino dei Finzi Contini” nella villa dei Codacci Pisanelli. E poi Andranno, l’Acquaviva, Castro, Badisco, Otranto, le marine di Melendugno ed ancora più su per trovare il Porto di Adriano a San Cataldo ed il Bacino dell’Idume. Qui terminava la ”regia dogana della mena delle pecore” in questo che è il più bel fiume perenne del Salento. Ancora più su e si giunge presso la città di Brindisi.

Castel rossoQui, tra le colonne terminali dell’Appia, la casa di Virgilio, si vede Castel rosso. E’ il castello di mare Angioino dove, nel 1445, Alfonso I d’Aragona fece costruire una rocca in carparo rosso che gli diede il nome. Vi si entrava esclusivamente dal mare, superando il grande arco che conduceva al porto interno della fortificazione: un ingresso, ancora oggi, di grande suggestione. Una torre segnala una delle zone umide protette di Puglia: Torre Guaceto. In primavera orchidee, in estate i profumi della macchia mediterranea ed una sabbia finissima. Dopo inizia la “costa merlata” quelle piccole insenature che sembrano merli che si stagliano sul mare. Nascondono mille segreti, come lame profonde piene di cripte, oppure segni antichissimi o curiosità. Come la “strada del procaccia” a Villanova di Ostuni segnalata da una testa di bue, una stazione da cui passavano i regi esattori delle decime nel medioevo.

Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 23 giugno 2006.
Autore: Elio Paiano

 

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