Lecce: Chiesa di San Matteo

Tra fede e misteri ripercorrendo la via dei mosaici di Puglia

Strade da vivere
Il viaggio: da Otranto a Taranto, le tessere raccontano una Puglia che arriva dal Medioevo
di Elio Paiano


In pochi immaginano che la Puglia sia attraversata, da una vera e propria “via dei mosaici”. Una lunga via fatta di dure tessere in calcare colorato che si rincorrevano di chiesa in chiesa ornando le più belle cattedrali, gli edifici più suggestivi.
In quest’ottica, il pavimento musivo della Cattedrale di Otranto appare a chiunque – non solo gli studiosi – il frutto di una lunga evoluzione e di una vera e propria fioritura artistica.

La cattedrale di Otranto ospita l’unico mosaico occidentale del Medioevo interamente leggibile. La trama simbolica è così complessa da appassionare da sempre gli studiosi.

Uno scorcio dello splendido mosaico di Otranto
Uno scorcio dello splendido mosaico di Otranto

L’ideale punto di partenza per un itinerario è il gioiello rappresentato da Santa Maria della Croce di Casaranello (Casarano). L’antico edificio ci sorprende con lo splendido “tetto” musivo. Si, perché i mosaici di Casaranello sono in alto e coprono il soffitto dell’edificio sacro disegnando un vero e proprio percorso semantico in cui le simbologie guidano lo spettatore. L’affascinante lettura di Gino Pisanò ci consegna un tema simbolico dalla trama complessa e dotato di uno splendore artistico notevole. Basti pensare che tra animali e piante, simmetricamente disposti in riquadri geometrici, con le loro tessere che usano i toni del rosso scuro, crema, bianco, celeste, celestino, verde, acqua marina, blu, viola, azzurro chiaro e rosa si nasconde una visione dell’Universo. Nella cupola a campana, infatti, le tre fasce una celeste con la croce giallo-oro; l’altra con l’azzurro cielo stellato e la terza con il festone circolare con i sette colori dell’iride descrivono la struttura dell’Empireo. Qui c’è il Paradiso dell’immaginario medievale con i suoi nove cieli tolomeici della Luna, di Mercurio, di Venere, del Sole, di Marte, di Giove, di Saturno, sovrastati da quello delle stelle fisse e dal primo mobile con al vertice la Croce. Una visione ancora oggi a noi familiare, perché consegnataci da Dante Alighieri.

Un gioiello S. Maria della Croce di Casaranello. L’antico edificio presenta ai visitatori uno splendido tetto “musivo”: tessere che parlano con la simbologia.

Un particolare del mosaico di Santa Maria della Croce di Casaranello
Un particolare del mosaico di Santa Maria della Croce di Casaranello

Da qui occorre fare un salto a Taranto, percorrendo tutto l’arco ionico. La via dei mosaici, infatti, potrebbe portarci anche presso Rossano Calabro, solo per fare un esempio. A Taranto c’è un pavimento che mostra dei timidi segni di quello che era uno splendore di pavimento musivo, eseguito qualche anno prima ad Otranto (1160) per mano di Petroius su commissione dell’arcivescovo Giraldo. I disegni del Millin, storico dell’arte francese, ci mostrano gran parte di ciò che andò perduto, purtroppo, ai primi del Novecento. Alessandro Magno che tenta l’ascensione al cielo porgendo le esche di carne ai grifoni, i tondi istoriati, etc. i frammenti di oggi sono così affascinanti che meritano una visita.

La cattedrale di Taranto conserva purtroppo molto poco di quello che era un meraviglioso pavimento con mosaico, che dovrebbe essere stato realizzato intorno al 1160.

La cattedrale di Taranto
La cattedrale di Taranto

Da qui occorre raggiungere Otranto, dove c’è l’unico mosaico occidentale dell’epoca interamente leggibile. Beh, leggibile per modo di dire, la sua trama simbolica è così fitta e complessa che il grande storico Carl Arnold Willemnsen lo definì “l’enigma di Otranto”. Su quell’enigma si sono sovrapposte, oggi, infinite interpretazioni che – sulla scorta del “Codice da Vinci” – ci vedono di tutto. Insomma se cercate il Graal, l’Arca, la Maddalena e quant’altro abbia a che fare con i misteri medievali dovete fare un salto ad Otranto. Questo mosaico destò così tanta ammirazione da influenzare quelli di Trani e Brindisi.

Ed è proprio a Brindisi che bisogna andare per vedere i frammenti che si trovano nella navata sinistra della Cattedrale di San Giovanni ed intorno all’altare maggiore. Certo, in origine la decorazione ricopriva l’intera superficie dell’edificio ed ancora oggi, rivedendo i disegni dello storico ed antiquario Millin al Cabinet des Estampes di Parigi si rileggono le storie di Rolando e delle sue gesta oltre ai misteriosi simboli di fede, saggezza, umiltà, sapienza, salvazione che Otranto ancora permette di vedere. Un lungo ed insolito itinerario che – se si volesse ripercorrere tutto – porterebbe a seguire la via Francigena da Otranto alle Tremiti e poi su, su fino ad Aosta.

Nella magica Lecce tra leggende e segreti
Piazza Duomo a Lecce
Piazza Duomo a Lecce
L’associazione Operà organizza ogni domenica, dalle 10 alle 12, “Quattro passi nella magica Lecce”. Due ore da trascorrere tra relax, divertimento, riscoprendo le leggende della città.
Per informazioni: 0832-217228, 329-1108918.

 

Nei giardini segreti di Portoselvaggio
Una bellissima immagine di Portoselvaggio
Una bellissima immagine di Portoselvaggio
Ogni mercoledì, dalle 17.30, il centro Avanguardie propone un bicitour nel parco naturale di Portoselvaggio. Il costo dell’escursione è di 8,00 euro (compresa la bici).
Prenotazione obbligatoria entro martedì: 0833-575161, 347-1568059.

 

Fonte: "Il Quotidiano" di domenica 2 luglio 2006.
Autore: Elio Paiano

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