Otranto: Baia dei Turchi

Una chiesa dopo l’altra, il Barocco diventa energia

Strade da vivere: una chiesa dopo l’altra, il Barocco diventa energia
di Elio Paiano

 

Lecce: Chiesa di San MatteoUno spettacolare percorso, a Lecce, tra le facciate degli edifici religiosi e quelli civili

Uno degli itinerari più usuali, ma che può riservare sempre sorprese è quello del barocco leccese. Di certo si parte da Lecce “Firenze delle Puglie” capitale del barocco. Se si mettessero in fila le chiese di Lecce si otterrebbe la strada più bella del mondo, si è detto tanto tempo fa. In effetti, la “riforma di Lecce barocca” dona alla città una veste scenografica dalla bellezza incomparabile. Si tratta di osservarla come se si trattasse di un unicum, della scenografia ideata non da un singolo genio, ma da tanti piccoli apporti a volte celebri, altre volte popolari.

Lecce: Chiesa di Santa CroceCosì, se la Chiesa di San Matteo gioca con i pieni ed i vuoti, Santa Croce, composta a più mani in maniera corale, strabilia per le sue festose decorazioni ed incanta con i suoi altari. Ma non c’è tempo di prendere fiato perché Palazzo dei Celestini ne moltiplica l’effetto scenografico, giocando di rimando col bugnato di Palazzo Adorno. Superata Piazza Sant’Oronzo (con l’anfiteatro romano e la colonna terminale della via Appia su cui svetta la statua di S. Oronzo) fa capolino la Chiesa di Santa Irene (antica patrona della città) sulla cui facciata compare la lupa col leccio. All’interno, il suo altare ubriaca con l’intrico delle formelle decorate.

Lecce: Piazza DuomoPiazza Duomo si apre, splendida, con la Chiesa della Vergine Assunta, dalla doppia facciata che gioca al rimando con il Vescovado e spinge la vista verso l’imponente campanile di ben sessantotto metri innalzato da Giuseppe Zimbalo. Osservando attentamente la piazza, guardando la disposizione dell’immagine urbana, si scoprono altri segreti. Il gioco delle facciate dei monumenti religiosi è moltiplicato dagli edifici civili; in tal modo, intere strade e piazze sembrano essere interni, invece che esterni, tanto sono decorate, simmetriche, eleganti. Il bugnato gigante del seminario, inganna la vista, fa sembrare le facciate del Duomo pareti decorate e l’ingresso della piazza sembra voler introdurre in uno spazio coperto ed accogliente. Le mensole che reggono le grandi balconate dei palazzi gentilizi, sono tutte rivolte verso lo sguardo dello strabiliato passante. Gli altari delle chiese di Lecce confondono e commuovono nello stesso tempo, come quello di San Francesco di Paola in Santa Croce dove Antonio Zimbalo, uno dei maestri del barocco leccese, ha giocato con le prospettive e scolpito una trama di bassorilievi che, nella tenerissima pietra leccese, narrano le storie della vita del Santo. In San Matteo, Placido Boffelli, Il “Fidia del Barocco leccese”, scolpisce l’altare con i dodici apostoli pensando ad uno spazio scenico in cui i Santi si muovono come attori: gruppi di statue si guardano e si affrontano in un continuo movimento, come se, in qualsiasi momento, dovesse accadere qualcosa.

Lecce: Chiesa di Sant'IreneCerto, il barocco, in sé, nasce dallo stile controriformista, ideato per schiacciare la riforma luterana e dimostrare la grandezza e la monumentalità della Chiesa cristiana. Ma poi evolve in senso decorativo giocando con la luce, le superfici, i pieni ed i vuoti fino ad incontrare questa terra. Qui si modifica, diviene il “Barocco leccese” o “barocchetto” (come dicevano i libri di storia dell’arte fino agli anni ’70), che è una scusa per liberare un’energia compressa. L’estro e la gioia di vivere pugliesi hanno, finalmente, la possibilità di esprimersi. Racchiusi in raffigurazioni arditissime, si vedono i Santi incontrare motivi floreali ed antichi animali simbolici. Dalla tradizione popolare riemergono antiche figure apotropaiche, simboli beneaugurati mai abbandonati da queste popolazioni. Complice anche la tenera pietra delle località di Cursi e Melpignano, le chiese divengono merletti e trafori, le città si dispongono, quasi quinte teatrali, appunto, ad accogliere il visitatore. Ancora oggi, provate a fare un giro in Piazza Duomo a Lecce riflettendo sulla veste scenografica: come fondali di cartapesta vi sembrerà di muovervi in scenari cangianti all’interno di un teatro. E’ un modo diverso di guardare Lecce per comprendere quanto sia forte la spinta e l’attenzione verso il visitatore, il passante, un valore che oggi Lecce dovrebbe recuperare e valorizzare.

 

Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 5 maggio 2006.
Autore: Elio Paiano

 

Ilsonline - Scuola di Italiano per Stranieri ad Otranto
La scuola d'italiano per stranieri ILSONLINE è la migliore soluzione in Italia per una vacanza studio in Italia

Ilsonline - Scuola di Italiano per Stranieri ad Otranto

 
 
©2005 - Otranto.biz
News sul turismo in Italia Vivai Bortone Elisa di Rivombrosa