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Terme di Valdieri


Terme di Valdieri - 15 km da Cuneo
Situate alla testata della valle Gesso, dominata dal gruppo della Serra dell’Argentera, le Terme di Valdieri, probabilmente note già ai tempi dei romani, vennero costruite nel 1857 e trasformate per volere di casa Savoia in un rinomato ritrovo mondano. Oggi la località, a 1368 m di altitudine, è un noto centro di villeggiatura dal clima particolarmente mite e importante base alpinistica. È sede del Giardino botanico Valderia, nel cuore del Parco regionale Alpi Marittime che, con i suoi quasi 28.000 ettari, è il più esteso tra i parchi regionali piemontesi. Un tempo riserva di caccia dei Savoia che ne erano frequentatori abituali, offre la possibilità di facili escursioni lungo sentieri tracciati appositamente per i Vittorio Emanuele II, tra valloncelli e laghi bellissimi. Faggi – straordinarie le faggete di San Giacomo e a monte di Palanfrè –, larici, rododendri e viole, oltre a specie endemiche come la Saxifraga florulenta, caratterizzano la flora locale.

Stabilimenti e Centri Termali

Terme Reali di Valdieri
0171261666, fax 0171262374
info@termedivaldieri.it • www.termedivaldieri.it
anche albergo Royal Centro Benessere • apertura maggio-settembre • accoglienza disabili

Come Arrivare
In auto: S.S. 20 Cuneo-Colle di Tenda poi, da Borgo S. Dalmazzo, km 25
In treno: linea Torino-Cuneo-Ventimiglia, stazione di Borgo San Dalmazzo, km 25

Caratteristiche
Le acque di Valdieri vennero studiate sin dal XVI secolo, assieme a quelle di Vinadio, sull’onda del crescente interesse verso le proprietà terapeutiche delle acque minerali. Il primo stabilimento per lo sfruttamento, detto “Regio Baracchone”, venne costruito sulla riva destra del torrente Gesso nel 1755, in occasione della visita ai Bagni di Carlo Emanuele III. Distrutto da un incendio nel 1794, venne restaurato all’inizio dell’800 e completato, dopo il 1814, con le costruzioni sulla riva sinistra del torrente. L’attuale complesso, del 1857 ma radicalmente ristrutturato dopo l'ultima guerra, è situato in un grande parco, di pini e faggi secolari. Dotato di moderne attrezzature – impianti terapeutici, piscine termali, palestra e campi da tennis – ha nelle grotte sulfuree una delle sue più importanti risorse. Scavate nella parete del monte Matto, sono riscaldate fino a 46°C dall’acqua ipertermale e saturate dalle sue esalazioni solfuree. In questo modo alle proprietà curative del calore umido si sommano quelle dei gas e del vapore sospeso nell’aria. Un eccezionale fenomeno naturale è quello delle alghe – impropriamente chiamate muffe – ottenute grazie a diversi fattori concomitanti: acqua, temperatura di affioramento, incidenza della luce sulle scalinate in pietra dove l'acqua scorre. Tali alghe, applicate come fanghi, consentono il miglior utilizzo dello zolfo in esse contenuto.
La struttura termale è costituita da: tre padiglioni per stufe o grotte con camerette di reazione, due padiglioni per aerosol e inalazioni, un padiglione ginecologico e uno per alghe e fanghi con centro estetico e locali per massaggi (anche shiatzu e ayurvedici). Dalle alghe termali di Valdieri è nata la linea cosmetica Algaval delle Terme con prodotti per il viso e il corpo, shampoo e bagnoschiuma.

L'acqua
Valdieri. 65 °C oligominerale, solfurea, solfato-cloruro-sodica.

Le indicazioni terapeutiche
Malattie circolatorie, della pelle, dell'apparato locomotore, dell'apparato respiratorio, dell'apparato urinario e del ricambio, ginecologiche.

Le cure termali
Aerosol, bagni terapeutici, docce nasali, fanghi, grotte/stufe, idromassaggi, inalazioni caldo-umide, insufflazioni, irrigazioni vaginali, peloidi diversi da fanghi, piscina termale.

Le altre cure
Acquaticità, cosmesi, fitness, massaggi, terapie fisiche.

Tempo libero
Un paradiso faunistico
Poche aree protette possono vantare una ricchezza faunistica come quella del Parco regionale Alpi Marittime. Paradossalmente all’origine di questa eccezionale situazione sta l’istituzione, nel lontano 1857, della riserva di caccia reale voluta da Vittorio Emanuele II. Benché il “re cacciatore” non fosse mosso da spirito ambientalista, le fortissime restrizioni venatorie della riserva, a tutela dell'uso esclusivo della casa reale, favorirono la preservazione di molte specie. È il caso del camoscio che, grazie anche all'habitat favorevole, ha raggiunto una densità di popolazione tra le più consistenti delle Alpi; e anche dello stambecco che, estinto da tempo, fu qui reintrodotto negli anni 1920-22, importandolo dal Gran Paradiso. Più difficili da osservare, perché presenti solo nel fitto del bosco, cinghiali e caprioli. In estate è possibile l'incontro con il muflone, proveniente dal confinante Parco nazionale del Mercantour, mentre i tipici fischi e il rapido far capolino tra le rocce rendono la marmotta uno dei più simpatici animali del territorio. L'avifauna annovera quasi tutte le specie presenti nelle Alpi occidentali, dal gallo forcello alla pernice bianca, oltre a una moltitudine di passeriformi. Capita anche di vedere volare maestosa l’aquila, mentre per il gipeto, altro rapace in via di estinzione, se ne sta tentando la reintroduzione nell'ambito di un progetto europeo.

Curiosità
I graffiti rupestri della Valle delle Meraviglie
All’interno del Parco nazionale del Mercantour, in uno spazio relativamente ristretto nella Valle delle Meraviglie, alle pendici del monte Bégo, si trovano migliaia di incisioni rupestri, dove ai simboli magici e misteriosi, forse forme primitive di espressione religiosa, si affiancano semplici immagini di vita quotidiana: animali dalle lunghe corna, armi e punte di freccia, recinti di greggi o villaggi, buoi aggiogati all'aratro. Sono le tracce lasciate dalle antichissime popolazioni di pastori-raccoglitori che fra il tardo Neolitico e l'Età del ferro abitavano le pendici delle Alpi Marittime: la loro identità è ancor oggi misteriosa; forse erano i liguri, disprezzati come selvaggi dai romani e, dopo la loro fusione con popoli di origine celtica, temuti e a lungo osteggiati. Queste popolazioni infatti si allearono con Annibale durante la sua discesa in Italia nel corso della Seconda guerra punica: ciò costò alle genti alpine l’odio dei conquistatori romani che, secoli dopo, nelle loro ripartizioni amministrative, assegnarono queste regioni alle Gallie, considerate barbare, e alla provincia le Alpi Marittime. Le Alpi furono dunque, più che elemento di separazione, un ponte tra le valli dello spartiacque alpino per la storia, le tradizioni culturali, la lingua, le consuetudini commerciali. Attuale prosecuzione di questa continuità sono gli oltre 30 km in condivisione del Parco regionale Alpi Marittime con quello francese del Mercantour, da cui nascono le premesse – soprattutto con la sottoscrizione nel 1998 di una “Carta del gemellaggio” – per la realizzazione del primo Parco europeo delle Alpi.

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