Lecce: Chiesa di San Matteo

Fonte di Venere di Terme Vigliatore


Terme Vigliatore - 50 Km da Messina
In posizione panoramica sul golfo di Patti, il comune nacque nel 1966 quando i borghi di Terme e di Vigliatore si staccarono amministrativamente da Castroreale. Il centro, importante stazione termale e balneare, è immerso in una zona ricca di vigneti, agrumeti e oliveti. L’area fu sicuramente abitata fin dall’antichità, come attestano vari resti archeologici, tra cui una necropoli; in contrada San Biagio, a poca distanza dalle attuali terme, è stata rinvenuta nel 1953 una villa romana risalente alla metà del I sec.: ne restano parte del peristilio con un piccolo complesso termale dai tipici ambienti pavimentati su ipocausti e rivestiti dalle tubazioni in terracotta destinate alla circolazione del vapore e, al centro, il tablinum, o sala di ricevimento, con pavimento in marmo.

Stabilimenti e Centri Termali

Fonte di Venere
viale delle Terme 85, tel. 0909781078, fax 0909781792
www.granhotelterme.it
anche albergo G.H. Terme • apertura maggio-ottobre

Come Arrivare
In auto: A20 Messina-Buonfornello, uscita Barcellona, km 5
In treno: linea Messina-Palermo, stazione di Terme Vigliatore
In aereo: aeroporto Reggio di Calabria/Ravagnese

Caratteristiche
Le terme sfruttano la sorgente proveniente dall’antica Fonte di Venere che sgorga da un terreno di arenarie e sabbie. Per le sue qualità chimico-fisiche, è una delle poche acque solfuree che possono essere utilizzate anche come bibita, utile nelle patologie dell’apparato digerente (in particolare nella gastrite iperacida) e per disintossicare le cellule epatiche.
La moderna storia termale inizia nel 1841 con la costruzione di un piccolo stabilimento al quale, qualche decennio dopo, si aggiunse un albergo; attorno al 1950, sulle vecchie strutture, venne costruito il Grand Hotel delle Terme.

L'acqua
Fonte di Venere. 32,6 °C solfurea bicarbonato-alcalina.

Le indicazioni terapeutiche
Malattie circolatorie, del fegato e delle vie biliari, della pelle, dell'apparato digerente, dell'apparato locomotore, dell'apparato respiratorio, ginecologiche, stomatologiche.

Le cure termali
Aerosol, bagni terapeutici, cure idropiniche, fanghi, humage, idromassaggi, inalazioni caldo-umide, insufflazioni, irrigazioni vaginali, nebulizzazioni, politzer crenoterapico.

Le altre cure
Chinesiterapia, idrochinesiterapia, massaggi, riabilitazione, terapie fisiche.

Tempo libero
Tìndari e Salvatore Quasimodo
Le rovine di Tyndaris, la colonia dei greci di Siracusa (fondata nel 396 a.C.), sovrastano il Tirreno da uno scoscendimento del capo omonimo, a ponente di Milazzo. Gli arabi distrussero la città nei sec. IX-X, o almeno quanto ne restava, dopo che una frana già in epoca romana ne fece rovinare in mare una parte. Imponenti mura greche, il quartiere romano (e in particolare la casa patrizia che ha conservato resti di mosaici), le fortificazioni bizantine, il teatro greco con la cavea rivolta verso il mare e le Eolie: a questo straordinario panorama, come sospeso sul Tirreno, Salvatore Quasimodo ha dedicato una delle sue più celebri poesie, Vento a Tíndari: “mite ti so fra larghi colli pensile sull’acque dell’isole dolci del dio”.
Tíndari è celebre anche per il suo grande santuario mariano, meta di pellegrinaggi da tutta la Sicilia e dalla Calabria.

“Le isole dolci del dio”
Nella geografia antica l’isola di Vulcano – dove per la mitologia greca risiedeva Eolo – è anche Hierà, sacra. La ragione si comprende avvicinandola e scorgendone l’inusitato paesaggio dominato dai fenomeni vulcanici, a partire dal Gran Cratere (circa 500 m di diametro), la cui ultima eruzione risale al 1888-90. Oggi l’attività vulcanica è solo di tipo fumarolica e può essere ammirata nella zona alle spalle del Porto di Levante, dove la pozza dei fanghi, circondata da collinette solfuree da cui fuoriescono soffioni caldi, è fruibile a pagamento. Poche miglia a Nord è Lipari, che venne scelta dai greci di Rodi e Cnido per fondare una delle ultime colonie occidentali. Salina è, tra le Eolie, la più alta, con i 962 m del monte Fossa delle Felci, e la più verde; il vento erode il terreno di rocce laviche, lapilli e tufo, ma l’isola è ricca d’acque che alimentano la rigogliosa vegetazione. Gli antichi la chiamavano Didyme, doppia, poiché dal mare appare come divisa in due da una valle. Panarea e Stromboli sono accomunate dalla natura vulcanica, ma diversa è stata la loro evoluzione. Panarea trae dal suolo la sua linfa vitale e ricca è la sua vegetazione a macchia mediterranea e olivi. Stromboli è un unico, grande cono vulcanico, appartato e affascinante, che a tratti illumina la notte. Piccole, rocciose, perse nel mare, Filicudi e Alicudi sono anch’esse di origine vulcanica e vennero abitate già nell’Età del bronzo; vi prevale la macchia mediterranea, raramente interrotta da esili tracce di essenze arboree.

Curiosità
Informazioni non disponibili

Altre Informazioni Utili Informazioni Utili

 

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