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Recoaro Terme


Recoaro Terme - 42 km da Vicenza
Una conca di smeraldo nello scenario delle Piccole Dolomiti, questa è la Recoaro Terme degli slogan turistici. La cittadina si trova nell’alta valle dell’Agno, sullo spigolo nord-occidentale della provincia di Vicenza. Il toponimo deriva dal latino Rivus Cotarius, vale a dire ‘torrente delle macine’, con riferimento all’esistenza di antichissime cave di pietra, ma di fatto il luogo può considerarsi disabitato fino al Medioevo quando vi si insidiarono i cimbri – montanari di origine bavarese – pastori, boscaioli e, all’occorrenza, contrabbandieri di tabacco. La svolta decisiva avvenne nel Seicento, con la scoperta della prima fonte termale, di lì a poco avviata allo sfruttamento sotto il patrocinio della Serenissima. Poi, con la costruzione di una vera strada, in epoca asburgica, nasce la gradevolissima stazione termale che tuttora ammiriamo, ulteriormente abbellita dalla Belle Epoque in poi.

Nei luoghi della Grande Guerra
Episodio cruciale della Prima guerra mondiale è stata la battaglia combattuta tra il 1917 e il 1918 nell’Alto Vicentino, lungo un fronte che si snodava dal monte Pasubio, che domina la valle di Recoaro Terme, all’Ortigara, massima elevazione dell’altopiano di Asiago. Non c’è montagna, in questo ampio settore, che non conservi i segni di quella lunga e dolorosa vicenda: sacrari, cimiteri, trincee, forti, mulattiere. Una delle realtà più stupefacenti di questo grande museo a cielo aperto è la Strada delle Gallerie (ben 52, una addirittura a sviluppo elicoidale), in un tracciato scolpito nella roccia per oltre sei chilometri.

Stabilimenti e Centri Termali

Terme di Recoaro
via Fonti Centrali 1, tel. 044575006, fax 044575025
info@recoaroterme.com • www.termedirecoaro.it
apertura maggio-inizio ottobre

Come Arrivare
In auto: A4 Milano-Venezia, uscita Montecchio, km 33, poi S.S. 246; oppure S.S. 46 Rovereto-Vicenza e deviazione a Valli del Pasubio per km 10
In treno: linea Vicenza-Schio, stazione di Schio, km 19

Caratteristiche
Lo stabilimento delle Fonti Centrali è un vasto complesso realizzato a fine Ottocento, nello stile tipico delle ville d’eau montane, e si trova all’interno di un parco di oltre 20 ettari, di fronte all’abitato. Alle splendide fioriture di ortensie della zona termale fa da cornice una valle verdeggiante che s’innalza verso le prime creste delle Piccole Dolomiti. Nello stabilimento sgorgano 5 fonti termali (Lelia, Lorgna, Amara, Nuova e Lora); altre 4 (Giuliana, Capitello, Franco e Aureliana) si trovano in località staccate. Tra le cure praticate (in prevalenza idropiniche e inalatorie) è particolare la fangatura d'ocra, ottenuta macerando nell'acqua i depositi inorganici spontanei delle sorgenti minerali, dalla consistenza pastosa e dal colore giallo-rossastro.

L'acqua
Aureliana, Capitello, Giuliana. 9-10 °C mediominerale bicarbonato-alcalino-terroso-ferruginoso-carbonico-litiosa.
Lelia, Amara, Nuova, Lorgna. 11-12 °C bicarbonato-solfato-alcalino-terrosa ferruginosa carbonica.
Lora. 6,4 °C oligominerale.

Le indicazioni terapeutiche
Malattie circolatorie, del fegato e delle vie biliari, della pelle, dell'apparato digerente, dell'apparato locomotore, dell'apparato respiratorio, dell'apparato urinario e del ricambio.

Le cure termali
Aerosol, bagni terapeutici, cure idropiniche, docce nasali, fanghi, inalazioni caldo-umide, nebulizzazioni.

Le altre cure
Chinesiterapia, consulenza, massaggi, riabilitazione, terapie fisiche.

Tempo libero
Passeggiate tra natura e storia
L’anfiteatro delle Piccole Dolomiti offre opportunità escursionistiche per tutte le gambe, dall’agevole passeggiata con 'ascensione' in funivia, alla prestazione alpinistica vera e propria, su vie ferrate e roccia. In loco opera un gruppo di guide alpine che propongono vari percorsi a sfondo naturalistico o etnografico: l’agevole sentiero Gresele, per esempio, porta dal bosco ai pascoli e alla scoperta di spettacolari fioriture; sull’altopiano delle Montagnole si rende omaggio ai patriarchi arborei della montagna; in alta quota si osservano le marmotte e il passaggio dei falchi pecchiaioli in migrazione; vicino il rifugio Campogrosso si visitano gallerie e postazioni della Prima guerra mondiale; nel fondovalle si scopre un’antica cava di macine da mulino.

Alla scoperta di città d’arte e ville
La segnalazione è per Vicenza, la città del Palladio, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO: del grande architetto rinascimentale in città si ammirano la Basilica in piazza dei Signori, il Teatro Olimpico, eretto a imitazione degli edifici classici, e Palazzo Chiericati, sede museale di eccezionale interesse. Nei sobborghi, la Rotonda, la prima e la più celebre fra le ville che recano la firma del Palladio o dei continuatori del suo stile. In provincia, il suggestivo borgo castellano di Marostica e Bassano del Grappa, cittadina affascinante e colta, patria della dinastia di pittori che divennero celebri nel suo nome, nota per la produzione di ceramica artistica e di grappa, per il Ponte Vecchio, o ponte degli alpini, e come sede di importanti manifestazioni culturali.

A tavola con i Cimbri
Recoaro Terme riserva la sorpresa di una cucina di matrice tedesca, dovuta all’origine altobavarese degli abitanti dell’arco montano, tra la Lessinia veronese e l’Alto Vicentino. Il piatto simbolo della valle sono gli gnocchi con la fioretta, in origine preparati dai pastori durante l’alpeggio impastando la farina con la ricotta semiliquida raccolta al suo primo affiorare, e poi conditi con burro di malga, zucchero e cannella, concessione quest'ultima al gusto veneziano. Come altrettanto caratteristica è la tradizione dei corgnoi, le grosse chiocciole che sono oggetto di mercato millenario nella vicina località di Crespadoro. Motivo di ulteriore interesse è dato dalla produzione del formaggio, che può diventare occasione per una bella passeggiata verso le malghe.

Curiosità
Così parlò Zarathustra
Friedrich Nietsche fu ospite della stazione termale nel 1881 ed ebbe a dire: "Recoaro, come paesaggio, è una delle mie più belle esperienze, e questa bellezza io l’ho inseguita prodigandovi zelo e fatica. La bellezza della natura, come ogni altra bellezza, è gelosa e vuole che si serva lei sola... non vi fu per me un maggio che sia stato maggio come questo". La curiosità sta nel fatto che proprio in quel periodo il filosofo tedesco elaborò l’intuizione che lo portò a scrivere di lì a poco Così parlò Zarathustra, una delle sue opere più famose.

Altre Informazioni Utili Informazioni Utili

 

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