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Terra d’Otranto: un tessuto sociale ancora da esplorare

“Amministrare gli insediamenti” è il volume di ricerca storiografica di Anna Lucia Denitto, prima parte di un più vasto progetto
di Claudia Presicce

 

Terra d’Otranto. La tavola è una carta militare tedesca del 1714Terra d’Otranto: un tessuto sociale ancora da esplorare

Pensare alla Terra d’Otranto, cercando di collocarla geopoliticamente nel Sud della penisola, ha significato da sempre scontrarsi con una serie di dubbi circa i presunti confini, inesattezze circa le competenze sui vari territori, le egemonie linguistiche e culturali, incongruenze politiche e discontinuità economiche, perplessità legittime degli amministratori prima ancora che dei cittadini su variazioni territoriali, accorpamenti e divisioni avvenute nel tempo. E in quest’ottica il ruolo marginale, e talora inesistente, della “regione Salento”, all’interno di una zona polimorfa come la Puglia è sembrato spesso, per vari versi, angusto.
La ragion d’essere di uno studio complesso e articolato come quello che la studiosa Anna Lucia Denitto ha raccolto nel volume “Amministrare gli insediamenti" (1861-1970). Il caso della Terra d’Otranto (Congedo editore; 18,00 euro) può partire anche da qui. Dalla necessità reale, cioè, per chi vive in queste terre prima ancora per chi le studia, di ricondurre nelle mani dell’analisi storica il ritratto originario della Terra d’Otranto e, partendo dall’oggi, raggiungere la situazione di questa zona al momento dell’unificazione d’Italia, riconducendo nei giusti binari l’organizzazione delle circoscrizioni amministrative, lo sviluppo demografico dei vari insediamenti e il fluire limpido, quindi, della storia ingarbugliata di tre province.
In questo senso parlare degli insediamenti urbani nel Salento, seguire le difficoltà e i percorsi delle variazioni territoriali imposte da varie amministrazioni, significa cercare anche di capire un tessuto sociale, le aspirazioni ad un riconoscimento e anche ad una autonomia dopo la nascita delle regioni come enti amministrativi nel 1970 e ancor prima, durante il fascismo, al momento della “divisione” di Terra d’Otranto nelle province di Taranto, Brindisi e Lecce. Fu quest’ultimo in particolare uno snodo fondamentale della storia economica e sociale del Salento perché l’autonomia delle province dall’aura di Lecce, che aveva sempre mantenuto un ruolo egemone, cambiò definitivamente le cose, creando tre entità distinte che in realtà poi, ancora oggi sotto molti aspetti, stentano o non sono riuscite a costruirsi una situazione di autonomia reale proprio per lo sviluppo così strettamente intrecciato del passato.

Terra d’Otranto. La tavola è tratta dall’ “Atlante delle Province Cappuccine”, edito a Torino nel 1649Naturalmente questo volume di ricerca storiografica è anche molto di più. Intanto nasce in seno al Dipartimento di studi storici dell’università di Lecce (la professoressa Denitto insegna Storia contemporanea presso la facoltà di Lettere e Filosofia) nel quale ormai l’alto livello della ricerca sta arrivando a “coprire” scientificamente sempre maggiori zone d’ombra (che peraltro restano infinite non esistendo esaustività nella ricostruzione storica ) della storia di casa nostra.
“Amministrare gli insediamenti” rientra nel progetto “Storia” (del quale la storica è coautrice e fa parte del coordinamento scientifico) che mira, utilizzando gli strumenti forniti dalla tecnologia informatica, alla creazione di una banca dati storico geografica e alla realizzazione di un “modulo di cartografia dinamica per studiare i tempi e le modalità del contraddittorio processo di trasformazione di una realtà provinciale del Mezzogiorno d’Italia”, come spiegato dalla stessa autrice nell’introduzione.
Questo significa ovviamente un lavoro ardito, di proporzioni notevoli, articolato tra varie direttrici, dalla produttività alla demografia, dalle caratteristiche naturali a quelle sociali, dalle capacità istituzionali a quelle culturali, che trova in questo volume un primo possibile importante capitolo.
Nel periodo che intercorre tra l’Unità d’Italia e il secondo dopoguerra, si cerca, documenti alla mano, di fare il punto sui vari interventi statali nei confronti degli insediamenti urbani di Terra d’Otranto, sul rapportarsi dello Stato con un’entità non ben definita politicamente che andò via via formandosi secondo le leggi che si attuavano anche in altre zone del Paese (la ricostruzione del dibattito sulla nascita degli enti Province e Regione , ad esempio, risulta fervida di spunti di riflessione), sui ravvicinamenti e sulle divisioni che nel tempo sono intercorse tra gli insediamenti anche molto piccoli di questo territorio e infine sulla relativa “accettazione” delle variazioni amministrative in questa “subregione” del tutto anomala rispetto ad altre.
Interessante risulta in quest’ottica il dibattito intercorso nell’Assemblea Costituente circa la richiesta di istituire la Regione Salento , un riaccorpamento delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, rilanciato da Sebastiano Apostolico già nei primi decenni del Novecento e ripreso nel secondo dopoguerra da Giuseppe Codacci Pisanelli e altri deputati salentini eletti alla Costituente.

 

Fonte: "Il Quotidiano" di giovedì 19 gennaio 2006.
Autore: Claudia Presicce

 

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