Lecce: Chiesa di San Matteo

Il Monastero di San Nicola di Casole

San Nicola di Casole e la Storia - I resti dell’edificio rappresentano una testimonianza di un antico patrimonio culturale della Terra d’Otranto ma oggi versano nel degrado
di Ubaldo Villani Lubelli

 

San Nicola di CasoleL’enigma del monastero dimenticato

L’epoca in cui viviamo è caratterizzata, secondo l’opinione dei più, da uno scontro di civiltà: Islam contro Cristianesimo e Islam contro Ebraismo. Confesso di avere più dubbi che certezze riguardo vere o presunte guerre di religione. Un fatto però è certo: le civiltà da sempre si sono incontrate e scontrate, hanno discusso tra di loro con violenza o pacificamente in un percorso storico infinito. Si sono sempre confrontate in un processo di tesi, antitesi e sintesi che comunque ha sempre permesso all’uomo di evolversi e di crescere socialmente, politicamente e culturalmente.

Uno dei molteplici scenari di questo confronto è stato, tra i tanti, il Sud della Puglia; faccio riferimento a questo territorio non per ragioni di campanilismo, ma semplicemente perché è mia intenzione porre l’attenzione su un monastero italo-greco medievale: il monastero di San Nicola di Casole a sud di Otranto.

Nonostante il monastero sia relativamente conosciuto, e nonostante esista anche un bel romanzo, non sembra però che Casole sia oggetto di grande attenzione da parte della classe dirigente, delle élite intellettuali e del mondo accademico. Oggi infatti questo monastero medievale, o meglio quel poco che ne resta – solo un angolo dell’abside – giace praticamente abbandonato e quasi inavvicinabile a sud di Otranto senza alcuna segnalazione e su un terreno, probabilmente, di un privato. Lo scorso anno addirittura sembrava fosse in vendita!

Eppure Casole ha avuto un’importanza storica, religiosa e culturale molto rilevante, al pari di tanti altri monasteri medievali europei. Tra XI e XV secolo il monastero fu infatti un luogo dove cultura greca e latina convivevano pacificamente. Era tra l’altro un’epoca, quella successiva allo scisma d’occidente del 1054, nella quale le “relazioni internazionali” fra Oriente ed Occidente erano molto tese. In questo scenario Casole riuscì a ritagliarsi un ruolo autonomo di ponte tra i due mondi in conflitto, aveva la funzione d’intermediazione tra le due Chiese. Uno dei frutti di questa comunità e del suo intenso lavoro di comunicazione interreligiosa sarà il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto, sintesi di Oriente ed Occidente e vero e proprio inno ad una pacifica convivenza interculturale.

Ma Casole non era solo un ponte immaginario. Lì si scrivevano manoscritti bilingui, in greco ed in latino. Uno degli abitanti del monastero, Nettario, insieme a Giorgio Bardane metropolita di Corfù, diede vita ad un vero e proprio circolo intellettuale tra l’Italia e la Grecia. Si scrivevano lettere, si inviavano regali, ossia manoscritti, da una sponda all’altra del continente e gli argomenti di questo carteggio erano le opere greche come l’Odissea di Omero, i Sofistici elenchi di Aristotele, le commedie di Aristofane. Il monastero di Casole fu dunque rappresentante della cultura greca e roccaforte del pensiero greco in Occidente.

San Nicola di CasoleCasole fu inoltre sede di formazione dei giovani del tempo, quello che noi oggi potremmo chiamare, esoticamente, “college universitario” o anche – più nostranamente - “casa dello studente”. In questa “Casa” medievale a sud di Otranto si studiavano le lingue, anche quelle che lentamente andavano ormai in disuso come il greco, ed inoltre si studiava teologia, grammatica e filosofia.

Casole era uno dei centri di formazione all’avanguardia e chi usciva dalla scuola di Casole, come ad esempio il giovane Marco del romanzo di Raffaele Gorgoni, veniva apprezzato per le proprie qualità anche in territori lontani. A Casole poi, intorno alla metà del XV secolo, venne in visita il Cardinale Bessarione, diplomatico e uomo di cultura, che aveva a cuore la memoria del pensiero greco – principalmente neoplatonico – ed il salvataggio delle testimonianze scritte della civiltà greca antica; temendo, profeticamente, la completa distruzione di questo patrimonio a causa dell’avanzata dei turchi, il Cardinale portò via la parte migliore della biblioteca di Casole, poi nel 1468 successivamente donata alla biblioteca Marciana di Venezia.

Qualche anno dopo, nel 1480, i turchi sbarcarono ad Otranto e la conquistarono ed oltre all’eccidio degli ottocento martiri, saccheggiarono e bruciarono il monastero di San Nicola di Casole, di cui evidentemente non compresero la funzione e l’importanza politico-religiosa. Dopo quest’evento Casole ed Otranto, culla di esperienza e dottrina, non furono più come prima, nonostante il monastero continuasse, almeno in parte, a svolgere le sue funzioni.

Nei secoli successivi non c’è stato bisogno di alcuna invasione barbarica che portasse a termine l’opera di distruzione dei turchi. Oggi, infatti, il degrado, la non-curanza e l’ignoranza hanno reso Casole un semplice cumulo di pietre, ma è lì in attesa che qualcuno si ricordi di quel famoso college medievale. E’ tempo che le istituzioni s’interessino al restauro ed al recupero del monastero di San Nicola di Casole, e se fosse ormai troppo tardi … potremmo almeno mettere un cartello che ne indichi la passata esistenza.

 

Fonte: "Il Nuovo Quotidiano di Puglia" di giovedì 9 febbraio 2006.

Autore: Ubaldo Villani Lubelli

 

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