Strade da vivere: Tra la Città Bianca e Cisternino uno dei luoghi più belli della Puglia meridionale. Un piccolo paradiso da visitare, alla ricerca delle testimonianze della storia e della vera gastronomia locale.
di Elio Paiano
Santuari, masseria e ricotta: ecco le Murge di Ostuni
Se si arriva presso la stazione ferroviaria di Ostuni, la Città Bianca appare come una corona tra gli ulivi secolari. E’ da qui che si può imboccare una delle strade più belle della Puglia: la via dei colli. E’ una delle strade meravigliose che offre la Terra d’Otranto, s’inerpica fin sull’eremo di San Biagio regalando viste mozzafiato per poi continuare a Casalini e Fasano. Trulli, masserie, cripte lame, macchia mediterranea, oliveti secolari, specchie e costruzioni con i tetti a pignon si susseguono senza soluzione di continuità. Magari è piacevole, al ritorno o all’inizio, sostare in uno dei tanti splenditi ristoranti del borgo antico come “Le Spessite”, nel cuore di Ostuni.
Poi ci si inerpica su mentre dal lato destro svetta la grande Croce e ci si inoltra verso la “Masseria Pizzicucco”. Qui prima di riprendere il vecchio tratturo segnato dalle stazioni della tradizionale “Via Crucis”, ci si può fermare ad assaggiare un po’ di ricotta freschissima. E’ speciale perché il suo sapore varia a seconda delle fioriture della macchia mediterranea, di cui ovini e caprini si nutrono.
Poi si scende giù fino a San Biagio. Il Santuario di San Biagio costituisce uno degli esempi più interessanti di insediamento monastico lungo tutta l’area delle Murge Meridionali. Ogni anno, il 3 febbraio, i devoti giungono qui in pellegrinaggio: è il santo patrono della città di Ostuni. All’origine c’era soltanto una laura, il complesso grottale noto sin dal XII secolo. I monaci italo-greci, infatti, ottennero dalla Curia Vescovile di Ostuni i terreni circostanti, gli animali ed il sostegno economico per intraprendere le loro attività. Il romitorio è formato da una chiesa in stile romanico addossata ad una cavità rocciosa (in parte ipogea) al suo interno c’è l’altare in pietra gentile ostunese, di stile barocco, con la statua di San Biagio, opera dello scultore ostunese Giuseppe Greco a cui fu commissionata dall’arcidiacono Carlo Petraroli nel 1780. a questo punto si può scegliere o di risalire, oppure di seguire il sentiero che porta fino a “Masseria Rialbo” di sopra. Qui si estende un bosco di querce da sughero piantato – secondo la tradizione – dai Normanni.
Risalendo si prosegue ancora per la via dei colli, qui si dipanano le più belle masserie di Puglia come “Masseria Carestie”, la cui facciata assomiglia a quella delle cattedrali barocche di Lecce. Se si ha spirito di osservazione, tra i vari trulli e muretti a secco, si noteranno le Specchie. Megaliti del neolitico che servivano sia a delimitare il territorio che ad una funzione di difesa e sacrale. In alcuni punti i muretti a secco diventano altissimi e larghi oltre due metri. Ci si trova di fronte, secondo alcuni studiosi, ai resti dell’antichissimo Limitone dei Greci, la grande muraglia che divideva la Terra d’Otranto dal resto delle Puglie.
Proseguendo in questo scenario fiabesco s’incontra “Masseria Acquarossa” dove – se si è fatta sera – ci si può riposare. Altrimenti si prosegue per Casalini il borgo dei trulli, dove tutto è a trulli o a pignon, addirittura anche il campanile è un trullo. Qui si può assaggiare l’olio buono facendo visita al “Frantoio D’Amico” che produce olio biologico. Proseguendo, la strada conduce a Cisternino, la “bomboniera” della via dei colli dove si può mangiare all’”Osteria da zia Rosa” le celebri “bombette”, gli arrosti di carne e la zuppa di legumi. Poi si beve, immancabilmente, un drink al bar food della piazzetta, che offre anche il collegamento wireless gratuito, magari per inviare subito le foto dell’escursione e far morire d’invidia chi non conosce la zona.
“Montalbano sono” un’oasi di cucina lungo la via Appia
Lungo la via Appia tra Fasano e Ostuni, seguendo la dritta statale 16 costellata da un doppio filare di pini e cipressi, si attraversa la piccola frazione di Montalbano. E’ ormai meta di buongustai che si dividono tra il “Ristorante Narducci” e quello un po’ più recente di “Parco di Castro”, una masseria poco lontana dall’abitato, situata nella pianura che inizia a salire verso la Murgia brindisina. Antipasti con i prodotti stagionali del territorio, primi rigorosamente pugliesi, con l’immancabile purea di fave, gli arrosti di carne sono i piatti da assaggiare.
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“Oh Oh Caranna” fra trulli giganti e piatti imperdibili
Al termine della salita della “gravina”, che trent’anni fa è stata il circuito del campionato mondiale di ciclismo su strada, in un paesaggio improvvisamente alpino si apre ad un incrocio cui bisogna rallentare. Va fatto per seguire le indicazioni per Caranna, frazione di Cisternino, un armonico disegno urbano di case e trulli a cono lungo come pochi ormai se ne vedono. Nella piazzetta del paese un ristorante che è cult, “Il Capriccio” di Pietro Semeraro. Cacciagione e carne alla brace le delicatezze che meritano una pausa.
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Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 27 gennaio 2006.
Autore: Elio Paiano