Lecce: Chiesa di San Matteo

Da Otranto alle Gravine, da Grottaglie a Ostuni un percorso tutto da scoprire

Strade da vivere - Tra grotte e cripte seguendo i monaci e i loro segreti: da Otranto alle Gravine, da Grottaglie a Ostuni un percorso tutto da scoprire
di Elio Paiano

 

Ipogeo TorrepintaTra grotte e cripte seguendo i monaci e i loro segreti

Una passeggiata alla scoperta delle residenze dei monaci italo-greci permette di ripercorrere uno dei passaggi fondamentali della civiltà occidentale. La Puglia è ricca di testimonianze di questo tipo, per una serie di fortunate circostanze, infatti, alcune zone come la Valle dell’Idro e la Valle delle Memorie ad Otranto, le Gravine, la zona di Grottaglie, i dintorni di Ostini, hanno rappresentato veri e propri centri di civiltà nel cuore del medioevo. Per ripercorrere tale lungo periodo, in cui dalla cripta alla laura si è giunti alle abbazie e dal loro cuore si è irradiata quella riscoperta dei classici che ha dato vita ad umanesimo e rinascimento, non possiamo che procedere a tappe. Partiamo da uno dei luoghi insieme suggestivi ed evocativi: la Valle dell’Idro.
Ci aiutano le parole della cronaca cinquecentesca del Galateo: “Ci sono molte sorgenti e fonti di acqua purissima, che scorrono tra le piante di alloro e gli agrumi e, cosa rara in questa regione, si trovano molti pozzi di profondità tanto modesta che puoi attingere l’acqua con una mano. Pare che questo pezzo di terra si sia staccato dal Peloponneso o da Tempe e si sia unito all’Italia. Il clima è molto salubre, il terreno fertile e pieno di fonti, sempre verdeggiante perché cosparso di lauri, di mirti, di olivi e di agrumi.

In questo ambiente i monaci trovarono i tre elementi fondamentali (comuni a tutte le zone prima citate) necessari per i loro insediamenti. Occorre pensare, infatti, che i luoghi da loro scelti dovevano possedere delle caratteristiche ben precise. Innanzitutto bisognava trovare delle alture in cui fosse facile scavare i loro caratteristici sistemi di grotte. Il luogo, però, doveva trovarsi a breve distanza da un grosso centro abitato, prossimo ad una o più vie di comunicazione importanti ed infine essere immerso in una natura ed in un paesaggio che favorissero la meditazione ed il raccoglimento. E’ facile, dunque, ancora oggi, immaginare questi monaci intenti alla meditazione ed alla preghiera, con l’alcova ricavata in una grotta, che si riunivano per pregare o per celebrare le funzioni religiose. Magari passando per le “farmacie e spezierie”, dove essi creavano i celebri farmaci miracolosi. Queste ultime sono facilmente raggiungibili con una semplice passeggiata lungo le rive del fiume Idro.

Affresco della Cripta di San Salvatore a GiurdignanoPer chi volesse continuare un itinerario da trekking, invece è possibile continuare per Monte Sant’Angelo. Oppure si può raggiungere questa che è una delle aree più belle del Salento andando verso Uggiano e svoltando per Casamassella per poi imboccare la stradina successiva al villaggio Paradiso. Ci si troverà di fronte a quella meraviglia semisconosciuta (ingiustamente) descritta dalla Medea nel 939. Qui innumerevoli grotte, celle e cellette, cripte, sylos ed i resti di una torre sono disposti su di una collina terrazzata a sette piane. Un posto meraviglioso in cui ci si può divertire a leggere gli affreschi ancora integri che mostrano l’azzurra tunica dell’Arcangelo Gabriele. Pochi chilometri separano Monte Sant’Angelo da San Salvatore a Giurdignano. Questa volta ci si troverà di fronte ad una cripta scolpita nella roccia che possiede il tetto che ora simula un soffitto a cassettoni, ora una cupola, ora le capriate. L’effetto è quello di avere l’impressione di trovarsi all’interno di una Cattedrale affrescata.

I resti di San Nicola di CasoleA questo punto si può decidere (visto che è il periodo giusto) o di assaggiare le pietanze delle “tavole di San Giuseppe” e magari gustare l’antico piatto bizantino della pasta col miele, oppure di proseguire in aperta campagna. Qui si trovano i resti di “Sant’Arcangelo de’ Casulis” a Giurdignano (studiata dal professor Paul Arthur) e quelli di San Nicola de’ Casulis sulla costa otrantina. E’ da qui che le opere della patristica, quelle dei classici greci e latini, presero la via del Nord col cardinale Bessarione e si diffusero in Europa. Ed è sempre da un monaco italo-greco, Nicola Maiorano di Melpignano, che nacque l’organizzazione del primo nucleo della biblioteca di classici greci del Vaticano. Un tuffo nelle origini dell’Umanesimo e del Rinascimento che non mancherà di stupirvi.

 

Fonte: "Il Quotidiano" di venerdì 17 marzo 2006.
Autore: Elio Paiano

 

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