Iniziamo il nostro viaggio alla volta di Leverano
Indissolubilmente legata alla sua torre, ai suoi fiori e ai suoi vini, la città di Leverano sorge nel Salento meridionale, a sud ovest di Lecce. Sul suo territorio, caratterizzato da interminabili vigneti e serre per la coltivazione dei fiori, spiccano tesori d'arte di inestimabile valore. Viticoltura, floricoltura, le principali attività del centro, ma non solo: il paese punta anche sull'agricoltura, che ben si esprime nella coltivazione di prodotti variegati, tra cui primizie e produzioni tardo-autunnali sempre a grande richiesta, e sull'artigianato, fiorente sui principali mercati salentini e nelle affascinanti botteghe del centro storico, rimasto integro e omogeneo, che si contraddistingue per l'agglomerato di piccole abitazioni che si affacciano su stradine di basolato. Un patrimonio storico, culturale, artistico ed architettonico di rilievo fa di Leverano un centro di grande visibilità turistica. E la sua antica torre, che svetta sorprendente sull'abitato, è famosa in tutto il mondo. Quando fu eretta nel 1220 dalla signoria degli Hohestaufen a protezione della cittadella, sorgeva anticamente alla periferia del paese, verso occidente, al fine di monitorare la costa ionica più volte minacciata da incursioni nemiche. Tra le più alte della provincia, la torre di Leverano, è monumento nazionale dal 1870.
Cittadina di antiche origini, secondo l'illustre storico leveranese Geronimo Marciano (1571-1628), sarebbe stata fondata nel 540 d.C., dai superstiti abitanti dei vicini casali di Sant’Angelo e Torricella, scampati alla furia di Totila nel 538 d.C. Nel IX sec. fu occupata dai Saraceni. La città divenne uno dei centri più importanti e pare che l'Imperatore Federico II lo abbia munito di una imponente torre, a difesa dell'abitato. In seguito Leverano fu protetta da un circuito di mura provviste di relativo fossato, costruito da Tristano Chiaromonte nella prima metà del XV sec. e consolidato nella prima metà del secolo successivo da Carlo V. In seguito Leverano passò ai Castriota e poi sotto il controllo di altre famiglie (gli Squarcialo, i Pinelli ed i Pignatelli), finché, nel 1806, Giuseppe Bonaparte pose fine alla feudalità.
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