Tutto conquista a Maglie. Dalla bellezza del luogo alle seducenti opere di un tempo, ai monumenti nell’eccellente Barocco Leccese, al Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia che superbamente preserva straordinarie collezioni di reperti preistorici e prostorici.
Bene, proprio all’insegna della storia e del passato è dedicato questo viaggio, che ci porterà a scoprire luoghi inediti della città regia e del suo territorio. Passeggiando per le vie del centro, infatti, nelle pagine precedenti, abbiamo scoperto che qui tutto si fregia di splendidi monumenti e di bellissime opere d’arte realizzate nell’austera pietra leccese. E abbiamo visto affacciarsi un po’ ovunque, soprattutto sulla centralissima via Roma, palazzi epocali per fare da cornice a piazze rinomate del centro.
Ed ora, rimanendo sempre nel cuore della città, andremo ancora più a ritroso nel tempo, per entrare in un importante palazzo: il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia, che ospita appunto collezioni di reperti preistorici e prostorici. Fondato nel 1960 dal Gruppo Speleologico Salentino, è intitolato a Decio de Laurentiis, che lo ha diretto fino alla sua morte.
Al suo interno il visitatore viene accolto in uno spazio espositivo lungo quasi 65 milioni di anni, che parte dalle prime testimonianze di vita nel Salento di epoca cretacica per giungere fino alle soglie dell’età del ferro, vedendo alternarsi ambienti faunistici ed umani molto diversi, ritmati da ricostruzioni grafiche e multimediali, approfondimenti grafico-testuali e ideogrammi a parete dei linguaggi artistici dell’uomo che visse nel Salento preistorico.
Qui non si può non rimanere affascinati dall’inedita passeggiata nel passato che esso propone e, non per nulla, questo museo si presenta come un unicum in Italia meridionale: il rigore dei contesti scientifici è reso più leggero dall’allestimento di linguaggi diversificati, che scandiscono le esposizioni. La sensazione, una volta entrati, è di relax e distensione: si può accedere ai diversi livelli delle acquisizioni scientifiche aprendo cassetti, scrutando in fori luminosi, assistendo al commento di una ricostruzione audiovisiva, divertendosi con un interessante viaggio multimediale, grazie al quale potrete percorre le tappe suggestive di cui fu protagonista nei secoli passati l’intero Salento. Per gli appassionati e per il pubblico, inoltre, sono a completa disposizione gli operatori mussali.
Finita la visita, chi è appassionato di storia e archeologia, ancora, potrà ammirare un altro museo “a cielo aperto”, trasferendosi nei dintorni della cittadina salentina. Qui tra querce, ulivi a alberi secolari si mostrano agli occhi testimonianze di antiche civiltà che hanno abitato il territorio.
Si tratta di menhir e dolmen visibili subito fuori dal perimetro urbano, lungo le strade principali di collegamento con i centri salentini limitrofi. Sulla S.S. 16 che porta a Melpignano, nelle vicinanze dei binari della ferrovia, si trova il Menhir Calamauri: le sue dimensioni sono di tre metri e ottanta centimetri di altezza, con una base di centimetri 25x50.
Il Menhir Crocemuzza è situato nella contrada Villa Franite, ha un’altezza di tre metri e una base di centimetri 35x45, è graffito di varie incisioni a croce. Nei pressi del percorso ferroviario Maglie-Bagnolo appare il Menhir Sprugno, che è dell’altezza di tre metri e con una bse di centimetri 25x50.
Infine, il Dolmen Canali, in contrada Monteroni, sulla strada che porta a Collepasso, composto da quattro lastre monolitiche dell’altezza di un metro che reggono una lastra di copertura. E il Dolmen Chianca, sulla via per Scorrano, costituito da tre lastre di mezzo metro, sulle quali è appoggiata quella di copertura di due metri e mezzo per tre metri e ottanta centimetri.
Non vi rimane a questo punto che passare una bella giornata in città e lasciarvi cattuare dal suo ricco tesoro di storia, cultura e tradizione.